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Missione 6 Salute Componente 1 - Assistenza territoriale

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), approvato nel 2021 dall’Italia per rilanciare l’economia dopo la pandemia da Covid-19 e appartenente al programma dell’Unione europea noto come Fondo europeo per la ripresa, prevede un apposito capitolo dedicato al tema della salute.

Si tratta della “Missione 6 salute” (M6) contenente tutti gli interventi a titolarità del Ministero della Salute suddivisi in due componenti, la prima (M6C1) riguardante Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, la seconda (M6C2) dedicata invece a Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario.

In virtù dell’Accordo di Collaborazione, firmato il 31 dicembre 2021 dal Ministero della Salute – Unità di Missione per l’attuazione degli interventi del PNRR, dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e dalla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la trasformazione digitale, spetta ad AGENAS l’attuazione degli interventi relativi alla M6C1 – Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale.

Il quadro demografico ed epidemiologico del nostro Paese richiede una risposta mirata ed efficace, in particolare attraverso la rete dell’assistenza territoriale, in quanto in grado di rispondere ai bisogni di salute del paziente anziano, affetto da cronicità e/o fragilità, al proprio domicilio o nella comunità di riferimento.

La pandemia da Covid-19 ha fatto emergere una serie di fattori, come la grande variabilità geografica dell’assistenza territoriale, la scarsa capacità di integrazione tra servizi ospedalieri, servizi sanitari locali e servizi sociali nonché l’importanza cruciale di soluzioni tecnologiche e digitali per la presa in carico del paziente a domicilio e la comunicazione tra professionisti.

Partendo da tali premesse, la Componente 1 della Missione 6 Salute del PNRR ha destinato specifiche risorse al rafforzamento dell’assistenza territoriale e alla riforma della sua organizzazione – regolata dal decreto del ministero della Salute 77/2022 – attraverso i seguenti interventi: 

Le Case della comunità sono strutture fisiche dedicate ai servizi sanitari di base. Si rivolgono in particolare ai pazienti cronici e devono essere collocate in una sede visibile e facilmente accessibile alla comunità di riferimento.

In tali strutture, allo scopo di erogare tutti i servizi sanitari di base, lavorano in équipe Medici di medicina generale (MMG) e Pediatri di libera scelta (PLS) in collaborazione con Infermieri di famiglia o di comunità (IFeC), Specialisti ambulatoriali e professionisti sanitari come Logopedisti, Fisioterapisti, Psicologi ecc. Al fine di un maggiore coordinamento con i servizi sociali comunali, possono essere presenti anche gli Assistenti sociali.

L’investimento consiste nell’attivazione di circa 1.280 Case della comunità, le quali costituiscono la fase iniziale di un progetto più ampio che mira a rafforzare l’assistenza sanitaria di base, sul modello “hub&spoke”, prevedendo un numero di strutture maggiore che andranno a coprire in modo capillare tutto il territorio nazionale rivolgendosi, in particolare, a 23 milioni di persone con cronicità semplice in modo da ridurre il rischio di passaggio verso una condizione a maggiore complessità clinico-assistenziale.

Casa come primo luogo di cura, assistenza domiciliare e telemedicina

Un modello di assistenza territoriale capillare, in grado di rispondere ai bisogni di salute delle fasce di popolazione in età più avanzata e fragili, nonché con una o più patologie croniche o con disabilità, presuppone il potenziamento dell’assistenza domiciliare.

L’obiettivo che il SSN si pone nei prossimi anni prevede dunque l’aumento del volume delle prestazioni erogate in assistenza domiciliare. Pertanto, l’intervento programmato intende rafforzare tale tipologia di assistenza, anche attraverso lo sviluppo di soluzioni digitali innovative, quali strumenti di intelligenza artificiale e telemedicina.

In particolare, la telemedicina persegue i seguenti obiettivi: (i) contribuire a colmare i divari geografici del sistema sanitario grazie all’armonizzazione degli standard di cura garantiti dalla tecnologia; (ii) migliorare i risultati dell’assistenza sanitaria e il percorso dei pazienti; (iii) aumentare l’efficienza dei sistemi sanitari regionali tramite la promozione dell’assistenza domiciliare e di protocolli di monitoraggio da remoto.

L’intervento si traduce nel finanziamento di progetti di telemedicina proposti dalle Regioni e potranno riguardare: tele-assistenza, tele-consulto, tele-monitoraggio, tele-refertazione così come altre attività e strumentazioni.

Al fine di supportare gli operatori sanitari nella loro pratica clinica promuovendo la telemedicina, il telemonitoraggio e il teleconsulto e privilegiando il setting di cura domiciliare, sarà resa possibile l’implementazione in ogni ASL di un sistema di interconnessione dei dati che permetta ai dati clinici di essere disponibili in tempo reale sul cloud a tutti gli operatori che interagiscono con il paziente.

Infine, tale intervento prevede la creazione di Centrali operative territoriali, una in ogni distretto, con funzione di coordinamento e collegamento dei diversi servizi sanitari territoriali, socio-sanitari e ospedalieri, inclusa la rete dell’emergenza-urgenza. Le Centrali operative territoriali saranno dotate dei mezzi tecnologici necessari per consentire il controllo da remoto dei dispositivi forniti ai pazienti, supportare lo scambio di informazioni tra gli operatori sanitari coinvolti nella cura ed essere un punto di riferimento per i caregiver.

Nella Tabella 2, di seguito riportata, sono specificati gli stanziamenti previsti per la sottomisura 1.2 “Casa come primo luogo di cura, assistenza domiciliare e telemedicina”.

Sviluppo delle cure intermedie

L’ultima misura prevista riguarda il rafforzamento dell’offerta dell’assistenza intermedia nella rete territoriale attraverso l’attivazione dell’Ospedale di comunità.

Gli Ospedali di comunità sono strutture sanitarie a tutti gli effetti destinate a pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minori o della riacutizzazione di condizioni croniche, necessitano di interventi sanitari clinici a bassa intensità e di breve durata.

Allo stato attuale è prevista l’implementazione di circa 380 strutture su tutto il territorio nazionale. Complessivamente, l’intervento porterà all’attivazione di circa 7.600 posti letto, che si aggiungeranno ai 1.250 presenti oggi nelle Regioni.

Tali strutture avranno un ruolo essenziale nell’ambito del miglioramento generale della qualità del sistema di assistenza primaria, evitando, quando possibile, il disagio di un ricovero ospedaliero, soprattutto per le persone più vulnerabili, nonché favorendo la fase di dimissioni attraverso una gestione più efficace delle esigenze dei pazienti e delle loro famiglie.

La Tabella 1 di seguito riportata sintetizza le riforme e gli investimenti relativi alla M6C1.

RETI DI PROSSIMITA', STRUTTURE E TELEMEDICINA PER L'ASSISTENZA SANITARIA TERRITORIALE

La Figura 1 offre uno schema sintetico dell’offerta dei servizi territoriali a seguito dell’implementazione delle misure di potenziamento previste dal PNRR rispetto ad un distretto standard di 100.000 ab.

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