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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

INTRODUZIONE

Dr. Domenico Mantoan

Una missione, due componenti, otto aree di investimento e due di riforme per un totale di 15,63 miliardi di euro. Sono questi i numeri che caratterizzano le attività nell’ambito della salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che in questo primo numero del 2021 di Monitor (Agenas_Monitor_45) abbiamo deciso di approfondire. Abbiamo preso questa decisione perché ci sembra corretto mettere in evidenza l’opportunità che l’Europa ha deciso di rivolgere nei confronti del nostro Paese, che, per primo – tra i paesi occidentali – ha dovuto affrontare una crisi sanitaria senza precedenti. Si tratta di un’occasione unica, che deve mirare ben oltre il ripristino dell’organizzazione sanitaria e socio-sanitaria pre-emergenza epidemiologica, bensì trarre spunto da quanto si è verificato per imprimere il cambiamento che da anni tutti gli stakeholder impegnati nel Servizio sanitario nazionale (SSN) ritengono necessario. Non dobbiamo dimenticarci, infatti, come la pandemia abbia acuito le già evidenti disparità territoriali nell’erogazione dei servizi, mettendo in evidenza le criticità nella presa in carico dei pazienti, soprattutto nel passaggio tra assistenza ospedaliera e quella territoriale (senza dimenticare i servizi sociali). Non solo, in questo anno e mezzo di “convivenza” con il Covid, personale e strutture del SSN sono state dedite alla gestione dell’emergenza rinviando per quanto possibile tutte le altre prestazioni, con una conseguente dilatazione dei tempi per l’effettuazione delle prestazioni. In questi giorni la campagna vaccinale sembra stia dando i primi risultati sperati con una riduzione dei contagi e dei pazienti positivi che necessitano di cure. Certo non dobbiamo abbassare la guardia, ma possiamo guardare con certo ottimismo al prossimo futuro. In questo senso, dunque, è giusto organizzarsi per affrontare il cambiamento e da questo punto di vista l’Agenzia è pronta a dare tutto il supporto tecnico-operativo al Ministero della salute, alle Regioni e Province autonome nonché a tutti gli enti del SSN. Partendo da queste considerazioni forse diviene più semplice comprendere le ragioni che ci hanno condotto al lavoro che trovate nelle prossime pagine della rivista. Ci aspettano cinque anni nei quali il problema principale da affrontare sarà come implementare al meglio i progetti a vocazione sanitaria presenti nel PNRR. Erano anni che il sistema non godeva di importanti investimenti e il grafico che riporta la spesa sanitaria degli stati membri dell’Unione Europea – che trovate in Appendice – lo testimonia. Entrando nel merito, questo numero di Monitor ha come canovaccio i temi contenuti nelle cosiddette componenti di missione. Perciò sono presenti due capitoli. Il primo si occupa dell’assistenza sanitaria territoriale e, al suo interno, si trovano i contributi che individuano il percorso che nei prossimi anni le aziende sanitarie dovranno intraprendere per soddisfare le esigenze di cura quanto più vicino possibile al domicilio dei pazienti. Spazio dunque agli approfondimenti per descrivere: l’implementazione lungo tutta la dorsale del Paese a una rete di quelle che vengono definite Case della comunità (2.500); i servizi che saranno implementati per rafforzare l’assistenza domiciliare a partire dalle Centrali operative territoriali e dalla telemedicina; gli Ospedali di comunità, già previsti nel Decreto ministeriale sugli standard ospedalieri, a conduzione prevalentemente infermieristica, quali punti di contatto tra l’assistenza ospedaliera e quella territoriale. Sempre nella prima parte meritano di essere ricordate anche le tematiche legate alle riforme del PNRR, ovvero la definizione di standard strutturali, organizzativi e tecnologici omogenei per l’assistenza territoriale, oltre che un disegno di legge, entro la fine del 2022, per un nuovo assetto istituzionale che si occupi della prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico. Anche rispetto al secondo capitolo i vari contributi si concentrano tanto sulle voci di investimenti quanto su quelle di riforma. Riguardo quest’ultima, nella rivista trovano spazio gli articoli dedicati al rafforzamento della conoscenza e della ricerca improntati alla riorganizzazione degli IRCCS. Rispetto, invece, agli oltre 8,6 miliardi di euro destinati alle iniziative di aggiornamento tecnologico e digitale e di formazione, ricerca scientifica e trasferimento tecnologico, gli autori si sono addentrati nei dettagli relativi ai futuri investimenti per rimediare a una situazione di obsolescenza delle attrezzature biomediche (oltre 4 miliardi di euro); alla messa in sicurezza dei nostri ospedali e all’implementazione del Fascicolo sanitario elettronico (FSE). Sempre in questa seconda parte, infine, trovano spazio sia le riflessioni rispetto ai 534 progetti di ricerca che si dovranno attivare, con l’obiettivo di rafforzare la capacità di risposta dei centri di eccellenza presenti nei settori delle malattie rare, sia le descrizioni delle numerose attività di formazione per gli operatori a partire dall’incremento delle borse di studio, per i Medici di medicina generale e per gli specializzandi. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo numero di Monitor che, è bene sottolineare, rappresenta per noi dell’Agenzia un punto di partenza rispetto al PNRR che ci vedrà impegnati per tutto l’arco della sua durata.

Buona lettura.
Domenico Mantoan

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